La costa jonica meridionale della Calabria è da secoli la porta che unisce oriente e occidente. Da questo incontro sono nate anche le nostre uve e il nostro presente. Gli storici antichi infatti già conoscevano bene questo tratto di costa stretto tra Aspromonte ad ovest e lo Jonio ad est. Colline soleggiate, caratterizzate da una rada copertura vegetale composta soprattutto di eucalipti, rovi, finocchi selvatico, liquerizia, degradano verso la pianura costiera, nella quale a farla da padrone sono le colture agrumicole, soprattutto con estesi bergamotteti. Il verde, il giallo e l’azzurro sono i colori predominanti, sempre forti, accesi dal bianco delle crete dure sulle quali le nostre viti crescono in abbondanza di luce. Venti occidentali e orientali si alternano nelle varie stagioni, rendendo il clima secco o umido. Fuori dalle aree urbane il silenzio riporta a paesaggi incantati, laddove nell’entroterra durante le estati grilli e cicale intersecano il loro canto con i flauti dei pastori, mentre sulle estese spiagge isolate è il fruscio delle onde del mare a cullare il visitatore in un continuo viaggio nel tempo.
Επιζεφύριοι
Herculeum promontorium postquam locutus est Zefirio traiceret scribunt; et datum est hoc nomen, quod est super portum patere favonii.
“Dopo il promontorio di Eracle, si trova quello di Locri, detto Zefirio, che ha il porto protetto dai venti occidentali E da ciò deriva anche il nome”